Negli ultimi si è sentito parlare sempre più spesso di co-branding, ma sai di che cosa si tratta?
Per descriverlo in 2 parole, è una strategia di marketing in cui 2 o anche più brand decidono di collaborare insieme per raggiungere una serie di obiettivi.
Sono molte le grandi aziende che hanno scelto di realizzare progetti di co-branding con realtà del settore artistico e con alcune di queste abbiamo avuto il piacere di collaborare, partecipando ad eventi e lanci di prodotti.
In questo articolo vogliamo raccontarti 2 esempi di brand che hanno praticato questa tecnica di marketing con successo: sono Swatch e Uniqlo.
Perché scegliere una strategia di co-branding?
Come abbiamo anticipato, il co-branding è una strategia di marketing in cui due o più brand collaborano insieme per raggiungere uno o più obiettivi comuni.
Quali possono essere questi obiettivi? Ecco alcuni esempi pratici:
- incrementare la brand awareness;
- raggiungere nuovi segmenti di audience;
- arricchire l’offerta di prodotti da offrire ai clienti;
- posizionarsi in modo differente nel mercato.
Dopo aver identificato gli obiettivi, è fondamentale individuare le azioni da mettere in pratica per raggiungerli. Nel caso del co-branding sono molte le attività che si possono realizzare tra cui:
- creazione di un prodotto in limited edition;
- organizzazione di un evento digitale o di un evento fisico;
- creazione di una campagna promozionale di lancio di un nuovo prodotto o servizio.
Al primo sguardo può sembrare semplice, ma non è affatto così.
In questi anni numerose aziende hanno deciso di investire in un’attività di co-branding come BMW e Louis Vuitton, Barilla e Spotify, Levi’s e Pinterest e molti altri.
Ma fare co-branding con l’arte è possibile? Noi abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad eventi promozionali e lanci di prodotti esclusivi che confermano di sì, per questo qui condividiamo con te 2 case histories riuscite.
Il co-branding tra Swatch e il MOMA
Se parliamo di Swatch dobbiamo parlare anche di arte perché risale al 1985 la prima collaborazione con un artista, nello specifico il pittore e fumettista Kiki Picasso. E proprio dalla collaborazione con artisti, architetti e designer, sia affermati che emergenti, sono nati altri progetti, come lo Swatch Art Peace Hotel e la promozione di Istituti d’Arte attraverso il co-branding con alcuni dei più grandi musei del mondo.
E proprio rimanendo in tema vorremmo parlare della collaborazione con il Museo d’Arte Moderna di New York, il celebre MoMA, nel 2021.
La special edition Swatch x MoMA comprendeva 6 orologi ispirati a celebri capolavori dell’arte custoditi proprio nel museo newyorkese e l’obiettivo è stato quello non solo di portare l’arte nella vita di tutti i giorni, ma anche di offrire un’esperienza artistica in un periodo storico in cui le restrizioni erano all’ordine del giorno.
Una sinergia di vecchia data che ha permesso la realizzazione di più azioni come la scelta di Swatch di di inserire 3 opere di Beatriz Milhazes esposte al MoMA, “Suculentas Beringelas”, “O Espelho” e “Meu Bem”, all’interno di “Swatch X You”. Questo è un programma speciale che permette ai clienti di creare letteralmente il proprio orologio personalizzato scegliendo, tramite apposita piattaforma e presso qualche negozio selezionato, i dettagli con cui decorarlo.
Rimanendo in tema di collaborazioni tra Swatch e importanti istituzioni culturali, proprio qualche mese fa siamo state invitate a partecipare all’experience di lancio della nuova linea di orologi in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi.

Da molti esperti definiti come i campioni della cultura pop, insieme hanno creato i due nuovi modelli dell’Art journey collection, con una promozione capillare in 700 negozi nel mondo, aspettando l’appuntamento con la mostra a Shanghai.
Anche la scelta di creare un evento esclusivo, invitando art e lifestyle influencer millennials e della GEN Z a vivere un’esperienza unica e a fare networking raccontando i nuovi orologi, ha creato una cassa di risonanza a livello italiano notevole.
Swatch di co-branding ne sa parecchio e la scelta di investire nel settore dell’arte ha portato grandi risultati, sia in termini di brand awareness che di posizionamento sul mercato.
Il co-branding tra Uniqlo e Kaws
Un altro esempio di co-branding che ha portato dei risultati misurabili straordinari è quello tra il brand di moda giapponese Uniqlo e l’artista contemporaneo Kaws che insieme hanno realizzato una capsule collection che ha celebrato anche una mostra fisica.
La collezione in questione presentava 4 T-shirt: disponibili in bianco e nero, le magliette con stampa ritraggono l’iconico personaggio simbolo di KAWS in due differenti versioni.
Uniqlo e Kaws hanno lanciato la loro prima collaborazione nel 2016, quando la linea ha venduto quasi un milione di pezzi in un mese. Tuttavia, l’attività di co-branding di Uniqlo non riguarda solo la collaborazione con Kaws, ma ha uno storico di lunga data.
Inoltre, un altro dato importantissimo, oltre a quello delle vendite già di per sé altissime, è che secondo i risultati di WeChat Index, l’indice di ricercar di Kaws in quel mese è aumentato di 180.000 volte, e quello di Uniqlo è esploso a sua volta.
Arriviamo quindi a delle rapide conclusioni finali.
Per realizzare un co-branding efficace, gli elementi fondanti che non possono mancare sono la coerenza e la fiducia tra i brand coinvolti (spesso la complementarietà è la terza arma vincente).
E tra i principali vantaggi di una strategia di successo, come quelle raccontate prima ci sono:
- il valore percepito;
- l’estensione del mercato;
- l’ampliamento dell’audience.
Tu conosci altri esempi di co-branding con focus sull’arte?
Se ti va ti aspettiamo nei commenti!